Dopo aver monopolizzato l’attenzione sulla piattaforma e su tutti i media, Stranger Things ha perso di appeal e anche la sua prima posizione in classifica all’interno della top ten dei contenuti più visti su Netflix: ecco qual è la serie che l’ha detronizzata.
Dato l’hype mediatico intorno alla quinta stagione di Stranger Things, non c’è da sorprendersi e a partire dal 27 novembre la serie è balzata immediatamente in cima alla top ten delle classifiche Netflix di tutto il mondo. La serie creata dai Duffer Brothers – con tutti i suoi alti e bassi – non è solo un prodotto commerciale ma un fenomeno culturale che unisce diverse generazioni.
Le prime quattro puntate hanno soddisfatto le aspettative elevatissime (ad eccezione della tecnica di ringiovanimento AI utilizzata in alcune scene), riuscendo nel difficile compito di elevare ulteriormente l’hype dei fan per le 4 puntate della seconda parte che usciranno solamente il 26 dicembre e che con ogni probabilità estenderanno le settimane di dominio nella classifica dei più visti.
A distanza di una settimana, tuttavia, l’effetto “boom” del debutto sulla piattaforma comincia ad affievolirsi e la maggior parte di coloro che volevano guardare la serie ha ormai consumato le nuove puntate. Probabilmente se ancora oggi Stranger Things si trova ai vertici delle classifiche è perché c’è chi ha voluto ripassare le stagioni precedenti prima di gettarsi sulle nuove puntate o chi, galvanizzato da quanto visto, si sta dedicando ad un binge rewatch.
Il primo risultato di questa perdita d’interesse lo si è visto negli Stati Uniti, dove Stranger Things non è più la serie più vista su Netflix. A rubarle il trono è stata addirittura una docu-serie riguardante uno scandalo mediatico che riguarda un rapper. Strano, vero? Non esattamente visto che la vicenda negli USA ha avuto una risonanza enorme.
Qual è la serie inattesa che ha scalzato Stranger Things dal primato in classifica
Sicuramente che a prendere il primato sia una serie di cui qui in Italia non abbiamo nemmeno sentito parlare e che non ha certo ricevuto la stessa copertura mediatica di Stranger Things risulta quantomeno insolito. Questo anche perché la maggior parte degli italiani difficilmente ricorda il caso Combs.
La serie ripercorre ciò che ha portato il rapper ad essere accusato e successivamente condannato a 4 anni e 2 mesi di carcere per il reato di trasporto a fini di prostituzione. Sicuramente vi suonerà un campanello una volta che vi diremo qual era l’aka con cui Combs era conosciuto nell’ambiente, altri non è infatti se non Puff Diddy, uno dei rapper e produttori musicali di maggior successo degli anni ’90-’00.
Se già la notorietà del personaggio e l’eco mediatica di quello che ancora oggi viene ritenuto il più grande scandalo dell’industria musicale e uno dei più grandi del mondo dell’intrattenimento non fossero bastati, ad acuire l’interesse c’è stata la denuncia dei legali di Combs in seguito alla pubblicazione della docu-serie.
Il rapper ha accusato tramite i suoi legali Netflix di aver rubato uno dei filmati inseriti nel documentario dai suoi archivi privati, un video che lo stesso Diddy voleva utilizzare per la realizzazione di un documentario autoprodotto per raccontare la sua storia e la sua versione dei fatti.
