Assassinio sull’Orient Express è uno di quei titoli che attraversano il tempo senza perdere fascino. Pubblicato per la prima volta nel 1934, il celebre romanzo di Agatha Christie è diventato un punto di riferimento assoluto per il genere giallo, un’opera capace di parlare a generazioni diverse grazie a una miscela perfetta di mistero, eleganza e riflessione morale.

Nel corso dei decenni, la storia dell’omicidio sul leggendario treno europeo ha conosciuto numerose trasposizioni, fino ad arrivare alla versione cinematografica diretta e interpretata da Kenneth Branagh nel 2017, che ha segnato una nuova fase nella vita di questo classico.
Il romanzo nasce da un’idea tanto semplice quanto geniale: un delitto avvenuto in uno spazio chiuso, isolato dal mondo esterno, dove tutti sono sospettati. Hercule Poirot, con il suo metodo razionale e la sua attenzione maniacale per i dettagli, si muove tra i passeggeri dell’Orient Express come un osservatore silenzioso ma implacabile. Christie costruisce un enigma perfetto, in cui ogni personaggio nasconde qualcosa e la soluzione finale ribalta le aspettative del lettore, mettendo in discussione il concetto stesso di giustizia. Non è solo un giallo da risolvere, ma una storia che pone domande morali profonde, rendendo il finale ancora oggi sorprendente.
La prima grande trasposizione cinematografica del romanzo arriva nel 1974, diretta da Sidney Lumet, con un cast stellare che include Ingrid Bergman, Sean Connery e Albert Finney. Quel film rimane per molti l’adattamento “definitivo”, grazie a un’atmosfera raffinata e a una fedeltà quasi reverenziale al testo originale. L’Orient Express di Lumet è elegante, teatrale, immerso in un’Europa d’altri tempi che sembra sospesa tra lusso e decadenza.
Con il film di Kenneth Branagh, il classico entra invece nel XXI secolo. Branagh sceglie di offrire una lettura più dinamica e visivamente spettacolare, puntando su una messa in scena sontuosa, su paesaggi innevati mozzafiato e su un Poirot più fisico ed emotivo rispetto alle versioni precedenti. Il detective non è più solo una mente brillante, ma anche un uomo segnato interiormente, combattuto tra la logica e il peso morale delle proprie decisioni. Questa scelta divide il pubblico, ma dimostra come un’opera così iconica possa essere reinterpretata senza perdere la sua forza.
L’evoluzione di Assassinio sull’Orient Express racconta molto del nostro rapporto con i classici. Ogni epoca li rilegge secondo la propria sensibilità, mantenendo intatto il cuore della storia ma cambiandone il linguaggio. Che sia sulla pagina scritta o sul grande schermo, il viaggio sull’Orient Express continua ad affascinare perché parla di colpa, verità e giustizia, temi universali che non smettono mai di interrogare lo spettatore e il lettore.





