“28 anni dopo” è da alcune settimane nelle sale cinematografiche. Il nuovo capitolo della saga di tre film, è tornato tra le mani del regista Danny Boyle
Il primo film “28 giorni dopo”, uscito nel 2002 è ormai un cult. La trama del film vede degli animalisti liberare degli animali infetti dal virus della rabbia. Le scimmie, appena uscite dalla loro prigionia attaccano i presenti nel laboratorio.
Questa aggressione dà il via ad un virus che è molto più aggressivo di quello classico della rabbia e rende le persone praticamente degli zombie piegando l’umanità in breve tempo in una condizione apocalittica.
Dopo il primo film, il secondo del 2007 del regista Juan Carlos Fresnadillo e il terzo, tornato come dicevamo tra le mani di Danny Boyle. Alcune scene di questo nuovo capitolo sono particolarmente emozionanti, ad esempio la scena dell’inseguimento dell’Alpha.
“28 anni dopo ” di Danny Boyle presenta una delle sequenze d’inseguimento più emozionanti dell’anno. Nel film, Jamie (Aaron Taylor-Johnson) e suo figlio Spike (Alfie Williams) si sono diretti sulla terraferma e hanno già incontrato gli infetti, tra cui la variante evoluta nota come Alpha. Gli Alpha sono più grandi e più forti. Uno di loro, di nome Samson, decapita le sue vittime.
Dopo la loro missione di caccia e uccisione la prima del figlio 12enne, i due tornano a casa. L’unico modo per tornare indietro è attraverso la strada rialzata che porta a Holy Island. La marea è abbastanza bassa per loro, questa determina l’accesso all’isola: marea alta ovviamente, non si passa. Ma mentre attraversano, appare l’Alpha e inizia un inseguimento con Jamie e Spike che corrono per salvarsi la vita.
Le riprese si sono svolte nei pressi di Holy Island, Newcastle e North Yorkshire in Inghilterra, ma trovare e filmare la strada rialzata per la sequenza si è rivelato tutt’altro che facile. Il direttore della fotografia Anthony Dod Mantle e il team di produzione hanno effettuato sopralluoghi lungo la costa di Newcastle. Sebbene la location sembrasse utilizzabile per i loro scopi, Dod Mantle e i produttori temevano che l’ambiente “sarebbe stato difficile da controllare. L’acqua poteva essere pericolosa per correre, o potevano rompersi una gamba”, questo quanto riportato su Variety.
Oltretutto ai tempi delle riprese, il giovane Williams aveva solo 13 anni e quindi una fascia oraria contenuta per effettuare i suoi ciak. Dod Mantle ha anche raccontato: “Siamo finiti in un ex centro vaccinale COVID appena fuori Newcastle”. E continua: “Era una sala gigantesca”. Difficile infatti non pensare al Coronavirus se si riflette sulla trama del film.
Non appena Dod Mantle ha visto la location, si è immaginato la passerella sull’acqua: “L’abbiamo costruita noi stessi, l’abbiamo riempita d’acqua e l’abbiamo tenuta a temperatura controllata”. Ha inoltre spiegato: “Abbiamo costruito l’intero set, lungo 136 metri con il cancello al centro, e abbiamo dovuto illuminarlo”.
Dod Mantle ha usato gli effetti visivi per illuminare il cielo. “Ci siamo riusciti grazie a lastre che ci ha fornito un centro astronomico. Avevamo recuperato molte immagini che ci piacevano”. Le luci non erano in realtà l’aurora boreale, ha spiegato Dod Mantle. “Presumiamo, in una certa misura, che 28 anni dopo non ci saranno più inquinamento, né automobili, né interferenze. Quindi partiamo dal presupposto che l’aria sia pulita”.
Durante le riprese dell’inseguimento, Dod Mantle e Boyle volevano muoversi a velocità elevata nell’acqua con Jamie e Spike, mentre l’Alpha era subito dietro. “Avevamo gru e cingoli lungo il bordo. Avevo due carrelli che lavoravano contemporaneamente. Avevo due gru meccaniche. Avevamo la bar cam, ovvero la serie di iPhone, anche sulla gru meccanica, il che è una decisione piuttosto azzardata, perché si muoveva a velocità elevata, avvolta intorno alla testa di Aaron Taylor-Johnson, o dell’Alpha. È stato spaventoso. Ma ce l’abbiamo fatta.”
Per considerare la scena perfetta ci sono voluti tre o quattro giorni. “È una scena stranamente sublime, malinconica, bellissima e al tempo stesso terrificante. Mi piace molto l’ambiguità e la polarizzazione tra bellezza, malinconia, o qualsiasi altra cosa, paura e il genere horror”. Danny Boyle anche per il primo film aveva dovuto ricorrere ad una serie di stratagemmi tecnici per le riprese, ne parliamo in modo approfondito in questo articolo.
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