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Fingersi morto, la parte più complicata della recitazione: ecco come fanno

Published by
Marta Zelioli

Se lo domandano tutti da sempre: come fanno gli attori a fingersi morti nei film e a rimanere perfettamente immobili? Il metodo c’è, non è uno solo, le accortezze e i trucchi sono diversi.

Alzino le mani quelli che durante un film, nel momento più tragico di una scomparsa, al posto che godersi il momento a livello emotivo, controllano se l’attore si sta muovendo per poter dire: “Ecco, l’ho visto, ha respirato”.

Fingersi morto, la parte più complicata della recitazione: ecco come fanno – Cinema.it

Non è per niente facile in effetti, rimanere completamente immobili, non solo il viso, se l’inquadratura è più vasta deve essere tutto il corpo a rimanere totalmente fermo. Insomma padroneggiare la capacità di recitare in modo realistico, anche nei momenti più drammatici, richiede una certa abilità, così come sapere quando lasciarsi andare e quando trattenersi.

Gli attori e il momento della morte: come fanno a rimanere immobili

Un ruolo può richiedere innumerevoli ore di ricerca e allenamento, questo per dar modo agli attori di emulare il proprio personaggio nel modo più perfetto possibile. Per alcune parti, potrebbero essere necessari drastici cambiamenti di peso, portando gli attori a modificare completamente il loro stile di vita e la loro dieta.

Alcuni attori si impegnano a fondo nella loro parte tingendosi i capelli e subendo significativi cambiamenti fisici, mentre altri si impegnano al massimo e incarnano il loro personaggio anche fuori dallo schermo, portando il metodo recitativo a livelli estremi. Tanto per citarne uno è giusto ricordare l’immenso Daniel Day Lewis che quando lavora non esce mai dal suo ruolo, e in questo articolo parliamo nel dettaglio di come possa aver avuto anche qualche problema.

Gli attori e il momento della morte: come fanno a rimanere immobili – Cinema.it

Fingere di essere morti è qualcosa che probabilmente tutti gli attori hanno fatto a un certo punto, che fosse una comparsa o un protagonista. Nel farlo, gli attori devono fare più che recitare: non possono semplicemente sdraiarsi e sperare nel meglio.

Gli attori devono spesso imparare tecniche specifiche per apparire il più possibile morti, il che è certamente difficile da ottenere per un periodo di tempo prolungato. Pensateci: gli attori devono mantenere il corpo completamente immobile, assicurandosi che la telecamera non possa vedere il loro petto muoversi, i loro occhi sbattere o le loro dita contrarsi. Se il personaggio morto è stato ucciso brutalmente, tutto questo deve essere fatto anche con un trucco pesante e eventualmente del sangue finto.

Per poter essere un cadavere realistico, gli attori in genere trattengono il respiro e si esercitano a rimanere il più immobili possibile. Devono imparare a controllare il respiro, affinando la tecnica in modo da ridurre la probabilità di dover tossire, deglutire o ansimare.

Ciak si gira: fingiti morto

A livello tecnico la telecamera non dovrà soffermarsi troppo a lungo su di loro, magari utilizzando diverse inquadrature in modo che gli attori possano riprendere fiato o sbattere le palpebre. Una volta montate tutte le scene, sembrerà che un attore sia davvero morto. In alcune occasioni, la troupe potrebbe dover utilizzare tecniche generate con il computer per far sembrare un personaggio morto nel modo più realistico possibile.

Se un attore respira in modo evidente, è possibile modificare il corpo per far sì che sembri immobile. In altri casi, si arriva ad utilizzare persino un manichino per effettuare le inquadrature più lunghe. Un’altra tecnica comunemente usata sono i primi piani su parti specifiche del corpo, come il viso. Questo rende più facile per un attore rimanere completamente immobile, dovendo controllare solo alcune parti del corpo contemporaneamente anziché tutte.

Marta Zelioli

Giornalista pubblicista classe '82 appassionata di cronaca nera e cinema. Ho avuto modo di crescere professionalmente come assistente dello scrittore, sceneggiatore e criminologo Donato Carrisi che ha alimentato ulteriormente la mia inclinazione sia per la nera che per il cinema. Lavoro per Web365 dal 2020.

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