È un fenomeno affascinante e ricorrente nella storia del cinema: opere che all’uscita vengono stroncate dalla critica e ignorate dal pubblico, per poi vivere una seconda vita, in modo inaspettato.

Non si parla di un semplice successo tardivo, ma di una vera e propria trasformazione in film di culto, spesso grazie alla diffusione in home video o al passaparola. Questi film, un tempo considerati dei “flop”, sono oggi delle pietre miliari, amati da schiere di fan che ne riconoscono il genio visionario e l’originalità.
Ma cosa rende un flop un cult? Spesso si tratta di pellicole che erano troppo avanti per il loro tempo, con temi controversi, uno stile narrativo non convenzionale o un’estetica che il grande pubblico non era ancora pronto ad accettare. La loro riscoperta è un atto di giustizia che premia il coraggio e la visione di registi e sceneggiatori.
Blade Runner (1982)
Considerato oggi uno dei capolavori assoluti della fantascienza, Blade Runner di Ridley Scott fu un sonoro fallimento al botteghino. Uscito lo stesso anno di E.T. l’extra-terrestre, non riuscì a competere con la sua atmosfera cupa e la sua trama complessa, che poneva interrogativi esistenziali sulla natura dell’umanità. I dirigenti di produzione, preoccupati che il pubblico non capisse il finale aperto, imposero a Scott di aggiungere una voce narrante e un lieto fine che scontentarono il regista e gli appassionati.
La sua fortuna arrivò con le versioni in VHS e DVD. Con l’uscita del Director’s Cut nel 1992, che ripristinò la visione originale di Scott, il film fu riscoperto e celebrato per la sua estetica cyberpunk rivoluzionaria e le sue riflessioni filosofiche. La sua influenza è visibile in innumerevoli opere successive, dal cinema ai videogiochi.
Il grande Lebowski (1998)
All’uscita, The Big Lebowski dei fratelli Coen non fece sfracelli al botteghino. Nonostante una buona accoglienza da parte della critica, che lo elogiava per la sua originalità, il pubblico non sembrò cogliere appieno il suo umorismo surreale e la sua trama sfilacciata. La storia di Jeff “Il Drugo” Lebowski, un pigro fannullone che si ritrova in un’indagine complicata, sembrava non avere una direzione precisa.
Tuttavia, il film trovò il suo pubblico nel circuito dell’home video. Le sue battute iconiche, il cast stellare e il personaggio del Drugo, che incarna la filosofia del “vivi e lascia vivere”, lo hanno trasformato in un fenomeno di culto globale. I fan organizzano festival, scrivono libri e si riuniscono per celebrare il “Dudeism”, una parodia della religione ispirata al film.
Fight Club (1999)
Uscito in sala senza un vero e proprio “genere” in cui rientrare, Fight Club di David Fincher subì un flop colossale. La campagna marketing fu confusa e il pubblico, abituato a film più convenzionali, non seppe come accogliere questa esplorazione nichilista della mascolinità moderna e del consumismo.
Il film, basato sull’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk, divenne celebre solo dopo l’uscita in DVD. Il suo stile visivo aggressivo, i colpi di scena e la sua critica radicale alla società hanno fatto presa su una generazione di spettatori insoddisfatti. Oggi, Fight Club è considerato uno dei film più significativi della fine degli anni ’90, un’opera che ha catturato perfettamente lo spirito di un’epoca.
Donnie Darko (2001)
Uscito a pochi mesi dall’11 settembre, la storia di Donnie Darko, un adolescente tormentato da un coniglio gigante e da visioni apocalittiche, non era esattamente ciò che il pubblico americano desiderava. La sua trama contorta, i viaggi nel tempo e i temi di disagio giovanile e disintegrazione sociale sembrarono alieni e inaccessibili.
Ma il passaparola, alimentato dal circuito dei festival e dal mercato dell’home video, lo trasformò in un fenomeno. Il pubblico, libero da pressioni commerciali, poté immergersi nel suo mistero e apprezzare la performance di Jake Gyllenhaal e la colonna sonora. Donnie Darko è oggi un cult del cinema indipendente, simbolo di una generazione e un’opera che continua a stimolare interpretazioni e discussioni tra i fan.
Labyrinth (1986)
Prodotto da George Lucas e diretto da Jim Henson, Labyrinth sembrava avere tutti gli ingredienti per un successo planetario. Tuttavia, il film, con la sua trama fantasy, le sue marionette elaborate e la performance di David Bowie nei panni del Re dei Goblin, fu un flop commerciale e di critica.
Come per gli altri film di questa lista, la sua vera vita iniziò con le uscite in home video e le repliche televisive. La sua estetica visionaria, la colonna sonora di Bowie e i suoi personaggi bizzarri lo hanno reso un’opera amata e riscoperta. Oggi, Labyrinth è un cult imprescindibile, amato da chi cerca un fantasy fuori dagli schemi convenzionali.