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Il segreto di Spielberg per il film “Lo squalo”: tra idee geniali e decisioni dell’ultimo minuto

Published by
Marta Zelioli

Steven Spielberg e uno dei suoi film più noti, “Lo squalo”, alcuni piccoli segreti, idee geniali e decisioni improvvise che hanno determinato il successo planetario

Lo squalo (Jaws) è uno dei film più amati del regista Steven Spielberg. Un film iconico, un cult, una pellicola mai invecchiata che ancora oggi è in grado di spaventare il pubblico, nonostante il film venga visto e rivisto, mantiene intatto il suo fascino.

Il segreto di Spielberg sul film “Lo squalo” tra idee geniali decisioni dell’ultimo minuto (foto Ansa) – Cinema.it

Tuttavia non è stato per nulla facile portare avanti il progetto. Ad un certo punto si è perfino pensato che non avrebbe mai visto la luce, tante erano le avversità. Steven Spielberg ha dovuto perseverare e aguzzare l’ingegno non poco. Con il senno di poi possiamo certamente dire che è stata la scelta migliore, all’epoca sicuramente fu un bel rischio.

Lo squalo, che cos’è il genio se non Spielberg

Iniziamo subito col dire che la pazienza del regista all’epoca venne messa a dura prova, infatti le riprese del film ebbero inizio in concomitanza ad uno sciopero degli attori, poi alcuni di loro rifiutarono la parte. Un’altra situazione non proprio semplice venne dal regista stesso, che decise di girare in mare aperto e non in una piscina, e nemmeno il protagonista principale diede una grande mano.

Il fatto che il regista volle girare in mare aperto, causò a Bruce (il nome dato allo squalo in onore all’avvocato di Spielberg) diversi problemi per via del sale, era spesso danneggiato e finiva con l’essere sovente inattivo. Tutto questo perché lui – poverino – era stato collaudato in una piscina, di conseguenza non aveva torto a farsi venire qualche acciacco di tanto in tanto.

Quel genio di Spielberg (foto Ansa) – Cinema.it

Il regista proprio a causa di questa situazione, cercò di fare buon viso a cattivo gioco e rendere il tutto un po’ Hitchcockiano, ovvero, se lo squalo non c’è facciamo comunque pensare che ci sia, senza metterlo in mostra. Infatti nella pellicola è più frequente immaginarselo, in compagnia della fatidica musichetta, che vederlo effettivamente.

Il regista dovette aguzzar l’ingenuo e effettuare i suoi ciak in modo più studiato e particolare, riprendendo i movimenti dei bagnanti che frenetici pensavano di dover fuggire dalle fauci di Bruce. Spesso  dovette optare anche per riprese dal basso verso l’alto dal punto di vista dell’enorme squalo, con gli occhi senza vita dell’animale puntati sui movimenti dei piedi delle persone in mare.

Questo escamotage è stato sicuramente una delle idee più geniali di Spielberg, ma non solo, un’altra sua richiesta inizialmente giudicata incomprensibile risultò vincente. Come raccontato a Vanity Fair, Spielberg fece una richiesta non convenzionale allo scenografo durante la realizzazione del suo film: non usare troppo rosso. Spielberg disse al suo scenografo che “non voleva che il rosso fosse dominante su nessuno dei set”.

Invece, Spielberg optò per una discreta quantità di rosso che avrebbe creato un’ “anticipazione” senza inondare i set. Per essere precisi la dichiarazione di Spielberg è stata: Sì, per Lo Squalo non volevo che il rosso fosse dominante in nessuno dei set. Ho detto a Joe [Alves]: ‘Per favore… quando progettate il film e scegliete i colori, non usate troppo rosso, lasciando spazio al sangue’. E in generale, ci siamo attenuti più o meno a questo. Il ragazzo Kintner aveva un costume da bagno rosso, e abbiamo usato del vino rosso nella scena con Hooper e Brody a tavola, ma c’era un po’ di simbolismo e di prefigurazione in questo.’

Una scelta come già detto vincente, un uso eccessivo del rosso avrebbe sicuramente stancato ed è qui che si riconosce la mano di un artista e non di un semplice regista.

Marta Zelioli

Giornalista pubblicista classe '82 appassionata di cronaca nera e cinema. Ho avuto modo di crescere professionalmente come assistente dello scrittore, sceneggiatore e criminologo Donato Carrisi che ha alimentato ulteriormente la mia inclinazione sia per la nera che per il cinema. Lavoro per Web365 dal 2020.

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