Io capitano, film del 2023 di Matteo Garrone, sarà trasmesso stasera dalle 21.30 su Rai 1. Quale migliore occasione per parlare di questo film.
Ultima opera del regista de L’imbalsamatore e di Primo amore, racconta tutta la durezza di un viaggio verso la tanto sognata tranquillità.
Il tema dell’immigrazione in Italia viene spesso raccontato dal un punto di vista, di chi, si dice, sia costretto a sopportare l’arrivo di malviventi pronti a mettere a rischio la nostra verità. Fin troppo spesso però viene dimenticato che le persone che vengono in Italia lo fanno per salvarsi da situazioni disastrose e che comunque non per forza si parla di malintenzionati.
Io capitano da un calcio al razzismo, raccontando in maniera lucida e intelligente quella che è una realtà amara troppo spesso dimenticata dai grandi palcoscenici. Il fatto che a farlo sia un film di valore internazionale e diretto da un regista davvero di grande spessore rende l’attenzione mediatica ancora più guardinga.
Il film di Garrone è un lavoro che non ha paura, che ha grande coraggio e soprattutto che ha voglia di dire le cose come stanno senza tanti giri di parole. Proprio per questo merita di essere visto e non solo una volta.
Il valore di Io capitano si può già capire dalle varie nomination raccolte in giro per il mondo, due su tutte quelle ai Golden Globe e agli Oscar nella sezione “miglior film straniero”. Ma anche le 15 candidature ai David di Donatello 2024 con 7 statuette portate a casa.
Il film racconta la storia di Seydou e Moussa, due giovani adolescenti che lasciano Dakar in Senegal per raggiungere l’Italia e sfuggire a quella che è la miseria da cui sono avvolti tutti i giorni.
Il loro viaggio è fatto di tante difficoltà e non solo per i mezzi di trasporto approssimativi o per la scarsità di cibo e acqua. Il problema principale rimane la cattiveria della gente che specula sul loro terrore e sulla volontà che hanno di inseguire un sogno, quello della meritata pace che tutti dovrebbero avere.
Si ritroveranno a dover affrontare anche la detenzione in Libia in un contesto dove subiranno torture di ogni genere.
Io capitano non racconta solo una storia, ma si pone l’obiettivo di sensibilizzare su un argomento di cui si parla molto spesso, ma del quale mai si approfondiscono gli aspetti più fondanti e centrali.
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