Jean Reno ha interpretato il personaggio di Léon nell’indimenticabile film del 1994 diretto da Luc Besson. L’attore ha spiegato come l’ha reso innocente e protettivo
Il film Léon di Luc Besson, ha nel suo cast, oltre al già citato Jean Reno, anche una giovanissima Natalie Portman agli esordi, uno straordinario Gary Oldman nei panni di un super cattivo poliziotto, e Danny Aiello.

Nel film, Léon è un sicario italoamericano che vive a Little Italy, a New York, svolge una vita abitudinaria con la sua routine tra pulizia delle pistole, un bicchiere di latte e i suoi incarichi. Un’esistenza dedita esclusivamente al suo mestiere di killer, Léon viene da subito mostrato come un uomo apparentemente privo di emozioni.
Poi arriva lei, Mathilda, interpretata da Natalie Portman, unica sopravvissuta della sua famiglia ad un’azione compiuta da alcuni poliziotti corrotti della DEA. La missione di Mathilda è quella di vendicare la sua famiglia trucidata, nel dettaglio il suo fratellino. Quella di Léon è di proteggere la ragazzina e di insegnarle il ‘mestiere’.
Jean Reno e Léon, un personaggio ricco di sfaccettature
Il ruolo ha fatto guadagnare a Jean Reno un enorme successo a livello internazionale, il film è 34° posto nella IMDb Top 250. Empire ha posizione invece la pellicola al 227° dei 500 migliori film della storia. Si tratta del primo film di Besson che, per quanto sia di produzione francese, poteva vantare un cast internazionale. Ebbe un budget di 16 milioni di dollari e ne incassò 45 a livello internazionale mentre in Francia, ovviamente, fu campione al botteghino incassando 26,8 milioni di dollari.

Léon e Mathilda sono diventati due personaggi pop, il loro rapporto è così intenso è riuscito a commuovere, coinvolgere, intenerire e purtroppo anche a generare problemi a Natalie Portman, che ha subito diversi disagi da parte di fan che l’hanno ‘molestata’ per diverso tempo, proprio a seguito della sua interpretazione.
Di questa vicenda si è parlato spesso, un’esperienza per lei bella ma al tempo stesso traumatica. Di come invece si preparò all’epoca Jean Reno, se n’è parlato un po’ meno. Eppure non era un personaggio semplice da interpretare: virile ma non prepotente, che compiva gesti aberranti ma in modo quasi innocente, forte ma delicato e quasi candido. Come è riuscito a calarsi in una parte tanto ricca di sfaccettature?
Jean Reno e il ruolo di Léon: come si è immerso nella parte
Jean Reno ha spiegato di essersi avvicinato al personaggio di Léon figurandoselo come se fosse “un po’ lento mentalmente” ed emotivamente represso. Credeva che questa scelta avrebbe aiutato il pubblico a sentirsi a proprio agio, capendo che Léon non era un uomo che avrebbe sfruttato la vulnerabilità di una giovane ragazza.
Questa interpretazione mirava a stabilire Léon come una figura innocente e protettiva, piuttosto che con intenzioni discutibili. Reno ha sottolineato che per Léon l’idea di una relazione fisica con Mathilda era del tutto inconcepibile.
Per riflettere questa dinamica, Reno ha deliberatamente permesso a Natalie Portman di prendere il controllo emotivo durante le scene in cui tali argomenti erano affrontati. Questo approccio ha rafforzato l’innocenza di Léon e il distacco emotivo nella loro relazione. E si può dire che sia sicuramente stata la scelta più azzeccata visto l’eccellente risultato finale.