‘La voce di Hind Rajab’ è un film del 2025 scritto e diretto da Kawthar ibn Haniyya. È una storia drammaticamente vera, narra quanto accaduto ad una bambina di 5 anni
Il film ha vinto il Leone d’argento alla 82ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ed è stato scelto come candidato tunisino all’Oscar al miglior film straniero ai premi Oscar 2026.

La vicenda parla della piccola Hind Rajab, di quanto accaduto a lei e alla sua famiglia durante l’invasione israeliana. La drammatica vicenda ebbe un’eco enorme in tutto il mondo. Fu la registrazione della telefonata della bambina a rendere noto al mondo il tragico evento.
Il film di forte impatto si trova nelle sale in queste settimane. Nel cast Saja Kilani, Amer Hlehel, Clara Khoury, Motaz Malhees. Il film ripercorre con gli audio originali, la terribile vicenda che ha visto coinvolta la bimba di 5 anni, Hind Rajab, e la sua famiglia.
I veri fatti dietro al film ‘La voce di Hind Rajab’, cosa è accaduto alla bimba
Il 29 gennaio 2024, una scena drammatica si consuma nel quartiere di Tel al-Hawa, a Gaza. Rajab, una giovane palestinese, sta cercando di mettersi in salvo insieme a sei membri della sua famiglia a bordo di una Kia nera, quando il veicolo viene colpito da colpi di carro armato dell’esercito israeliano. L’attacco provoca la morte immediata della zia, dello zio e di tre cugini. Solo Rajab e la cugina quindicenne, Layan Hamadeh, sopravvivono inizialmente al fuoco.
È Hamadeh a contattare disperata la Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS), riferendo in diretta di essere sotto tiro: «Stanno sparando contro di noi. Il carro armato è proprio accanto a me». La chiamata si interrompe tragicamente pochi istanti dopo, quando si odono le sue urla soffocate dal crepitio delle mitragliatrici che rastrellano la vettura.
Quando gli operatori richiamano, è Rajab a rispondere: è rimasta sola, ferita e terrorizzata, in mezzo ai corpi senza vita della famiglia. «Sono così spaventata, per favore vieni. Vieni a prendermi. Per favore, vieni?», supplica restando in linea per tre ore con i soccorritori.

Il PRCS, in coordinamento con il Ministero della Salute di Gaza e l’esercito israeliano, negoziano a lungo per garantire un passaggio sicuro all’ambulanza. Dopo ore di attesa, viene autorizzato un percorso designato. Tuttavia, l’ambulanza che avrebbe dovuto salvare Rajab viene a sua volta presa di mira: gli operatori riferiscono di essere stati colpiti da laser, un episodio che solleverà interrogativi anche internazionali, riportati dal Washington Post. Poco dopo, tra spari ed esplosioni, la connessione con la giovane si interrompe.
Il destino di Rajab rimane incerto per quasi due settimane, fino al 10 febbraio, quando la famiglia torna nell’area dopo il ritiro dell’esercito israeliano. L’auto viene ritrovata crivellata di proiettili, con i finestrini distrutti e i corpi di Rajab, Hamadeh e degli altri familiari all’interno. A pochi metri di distanza, giacciono i resti dell’ambulanza della Mezzaluna Rossa, anch’essa distrutta, con i due operatori sanitari Yusuf al-Zeino e Ahmed al-Madhoun uccisi nel tentativo di soccorso.
La vicenda, documentata anche attraverso l’audio delle chiamate pubblicato dalla PRCS il 3 febbraio, rappresenta uno dei momenti più tragici e simbolici della guerra a Gaza: un episodio che intreccia la disperata richiesta di aiuto di due adolescenti con la brutalità del conflitto e il prezzo altissimo pagato dai civili.