‘Liberami dal nulla’, il film di Scott Cooper, parla di Bruce Springsteen e mostra alcuni momenti drammatici della sua vita: quanto è accurato in questi frangenti
‘Liberami dal nulla’ è uscito nelle sale cinematografiche italiane il 23 ottobre 2025. Una pellicola che è stata accompagnata da molti rumors e dalla presenza in diversi Festival dell’attore, Jeremy Allen White, interprete di Springsteen e dello stesso rocker, che ne è stato un grande sostenitore.

Il Boss, come viene chiamato da ormai più di 40 anni dalla sua nutrita schiera di fan, ha sposato il progetto fin da subito, interfacciandosi sul set con l’attore stesso, pur senza soffocarlo, semplicemente presenziando durante alcuni ciak. Indubbiamente Allen White ha dovuto imparare a gestire la pressione di doversi trovare, non solo a recitare una parte molto importante, ma anche di avere addosso lo sguardo del rocker in molte situazioni. Già per questo si può dire ‘chapeau’ a Jeremy Allen White. Un’impresa non da tutti e per tutti.
‘Liberami dal nulla’ cosa c’è di vero nelle scene più toccanti
Il film ‘Liberami dal nulla’ vede le sue origini dal libro di Warren Zanes, che The Boston Globe ha definito “una grande storia di fantasmi”, sì perché nel film non si vede semplicemente la creazione di uno degli album più significativi e sorprendenti, non solo per gli Springsteeniani ma anche per gli amanti del rock in generale. Viene anche a galla il lato umano, tormentato e oscuro, di Bruce Springsteen, i suoi fantasmi appunto che tornano a bussare e lo tormentano, facendolo sprofondare molto spesso in uno stato di angoscia e depressione.
Il periodo che viene mostrato nel film, i primi anni ’80, per Springsteen sono stati molto intensi. La sua carriera stava prendendo il volo, era già il Boss e alle sue spalle aveva album importanti come ‘Born to Run’, ‘Darkness on the Edge of Town’ e ‘The River’.

Un’onda di successi che lo stava portando sempre più in alto, mentre si affacciava la depressione, i ricordi di un’infanzia travagliata artigliavano la sua mente e tentavano di condurlo in un oblio di cattivi pensieri. Rischiava dopo un’ascesa così importante, di piombare al suolo e scomparire nel nulla. Mai titolo fu più azzeccato: liberami dal nulla.
Una delle scene più forti, che sicuramente hanno portato il pubblico a chiedersi quanto fosse reale, è quella in cui (attenzione, se non hai visto il film ci saranno una serie di spoiler) Bruce Springsteen spinge la sua Camaro ad una velocità folle, in una via buia, non dando alcun segno di voler rallentare. Alla fine frena e lo si vede travolto dalla disperazione, il regista ha dichiarato che è accaduto realmente e che: “Quello è stato un momento davvero difficile per Bruce”, e ha inoltre aggiunto: “Stava fissando l’abisso. Bruce era arrivato al limite quella sera e grazie a Dio non ce l’ha fatta”, ha spiegato Scott Cooper a Usa Today Entertainment.
Nel film sono inoltre molto presenti e significativi i flashback in bianco e nero di Bruce bambino con la sua famiglia: la sorella, la madre e il padre, con cui ha un rapporto particolarmente difficile. Suo padre Douglas (Stephen Graham) era fisicamente violento con la madre Adele (Gaby Hoffmann). In una scena spaventosa, Springsteen interviene e lo colpisce con una mazza da baseball nel tentativo di proteggere la madre.
“Sua madre si sentiva un po’ impotente in quella situazione”, racconta Cooper. “Bruce disse: ‘Ho dovuto solo prendere la mazza e colpire con tutta la forza che avevo. Non avevo idea di quale sarebbe stato il risultato, pensavo che mi sarebbe stata rifilata una bella batosta’”. Ma suo padre non si arrabbiò per averlo colpito: “Penso che suo padre nutrisse un certo rispetto, seppur a malincuore, per lui in quel momento”.

Alla fine del film, Springsteen si ricongiunge con il genitore, ora dispiaciuto, nel backstage di un concerto. Questo gli chiede di sedersi sulle sue ginocchia. ”È successo proprio così”, racconta Cooper. Al padre di Springsteen fu diagnosticata la schizofrenia e, crescendo, “era molto freddo e distaccato nei confronti di Bruce perché soffriva. Bruce aveva sempre desiderato quel legame”.
Ma una sera, dopo uno spettacolo, “suo padre dice: ‘Vieni qui. Voglio che ti sieda sulle mie ginocchia’. Bruce risponde: ‘Papà, ho appena finito di suonare, sono bagnato fradicio e ho 32 anni'”. Nonostante la sua riluttanza, Springsteen si siede sulle ginocchia del padre, il che è “un po’ imbarazzante” ma “toccante. È una delle scene più tenere che abbia mai girato”.
La donna presente nel film, Faye: qual è la verità sulla sua figura
Nel film Bruce Springsteen frequenta una ragazza madre di nome Faye, una sua fan, interpretata da Odessa Young. La giovane lavora in un ristorante come cameriera e non ha una vita facile. Springsteen si affeziona molto a lei, che è in effetti una figura importante nella trama, gli dona anche un ciondolo di San Cristoforo, a cui Springsteen rimarrà legato per tutta la sua vita.

Faye lo sostiene con grande affetto, ma è anche frustrata dal suo distacco, prima la inonda di amore poi scompare e si lascia travolgere totalmente dalla sua musica. Il personaggio immaginario è un insieme di donne con cui Springsteen usciva all’epoca. Le cose quindi in quel periodo non funzionavano nel migliore dei modi a livello sentimentale per il Boss, ma sicuramente lo hanno aiutato a crescere e a capire come rapportarsi successivamente tanto che ora è sposato dal 1991 con Patti Scialfa.





