Il regista Martin Scorsese ha raccontato di come dovette prendere misure drastiche per tutelare il film ‘Taxi Driver’, la situazione prese una piega drammatica, diversi colleghi dovettero intervenire per calmare il regista
‘Taxi Driver’ un film, un capolavoro, una pellicola cult. Uno dei film più amati del noto regista newyorkese, pietra miliare della Settima Arte. La sua lavorazione è stato qualcosa di semplice? Niente affatto: ne sa qualcosa Martin Scorsese che ancora oggi, nel parlarne, appare sconvolto e indignato.

‘Taxi Driver’, una pellicola del 1976 con protagonista Robert De Niro, scritto da Paul Schrader. La vicenda è ambientata dopo la guerra del Vietnam a New York. Si tratta di un thriller psicologico, con delle sfumature noir. Ritenuto dalla critica un capolavoro del cinema contemporaneo, lo sceneggiatore ha spiegato di essersi ispirato in particolare a Lo straniero di Albert Camus e La nausea di Jean-Paul Sartre.
Anche la vicenda di Arthur Bremer ha in parte contribuito, questi infatti tentò di assassinare il candidato democratico George Wallace nel 1972. Il film vinse nel 1976 la Palma d’oro al 29° Festival di Cannes e venne candidato a 4 premi Oscar. Collocato dall’American Film Institute al 52° posto tra i 100 migliori film di tutti i tempi. È conservato nella National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
Come Martin Scorsese dovette agire per proteggere ‘Taxi Driver’
Noi di cinema.it ne avevamo parlato non troppo tempo fa, finalmente l’attesa è quasi terminata e Apple TV+ per stuzzicare i fan ha anche pubblicato una clip per promuovere la sua serie di documentari divisa in cinque parti intitolata: ‘Mr. Scorsese’.
Come avevamo spiegato nel nostro precedente articolo, per una volta Scorsese non si è trovato dietro la macchina da presa, a girare uno dei documentari che tanto ama fare, ma sarebbe stato lui, l’argomento di discussione. A portare avanti il progetto una mano prestigiosa, quella di Rebecca Miller, figlia del drammaturgo statunitense Arthur Miller e moglie dell’attore Daniel Day-Lewis, che come ben sappiamo è un amico del regista e ha collaborato con lui.

Day-Lewis non è noto per rilasciare interviste e mostrarsi in pubblico volentieri ma a quanto pare, per la moglie, ha fatto un’eccezione. Oltre al marito, la regista Rebecca Miller ha messo le mani su una tonnellata di fantastici filmati d’archivio, e ha ottenuto interviste con una serie di colleghi e collaboratori del regista Martin Scorsese.
Sono stati interpellati mostri sacri come Steven Spielberg, Robert De Niro, Leonardo DiCaprio, Spike Lee , Sharon Stone, Margot Robbie, Brian De Palma, Thelma Schoonmaker, Mick Jagger (!), Paul Schrader, Jodie Foster e, prima della sua scomparsa, Robbie Robertson.
Il montaggio di ‘Taxi Driver’ fece quasi impazzire Martin Scorsese
Torniamo a ‘Taxi Driver’ e alla sua creazione. Il risultato finale non deve ingannarci, non fu semplice e non fu una passeggiata di salute. Come abbiamo imparato in altri articoli, i registi soffrono molto nella fase di lavorazione di un film, Martin Scorsese dovette lottare per avere un montaggio adeguato, rischiando anche di vedere distrutto tutto il suo lavoro.
Nel dettaglio la MPAA e la Columbia Pictures gli diedero del filo da torcere. Si rivolse a Steven Spielberg, proprio il regista da noi menzionato non troppi articoli fa, per il suo momento travagliato quando stava lavorando a ‘Lo squalo’, nel video le parole di Spielberg:
“Marty era molto turbato”, ha spiegato Steven Spielberg, nel filmato. “Ricevo una chiamata in ufficio che mi dice: ‘Steve, Steve, sono Marty. Puoi venire a casa? Vogliono che tagli tutto il sangue che sgorga, vogliono che tagli il tizio che perde la mano!’”.

Scorsese stava ovviamente descrivendo la grande conclusione di ‘Taxi Driver’ in cui il personaggio di Travis Bickle, interpretato da Robert De Niro, scende nei recessi più oscuri dell’Inferno (oggi un quartiere esclusivo con alloggi per studenti della New York University) per salvare il personaggio di Jodie Foster da, come dice Bickle, “la feccia, la sporcizia, i cani”, oltre ad altri termini che abbiamo deciso di eliminare.
“Stava impazzendo, giravano voci secondo cui avrebbe voluto uccidere il capo dello studio”, ha aggiunto il collega regista Brian De Palma. “You talkin’ to me? You talkin’ to me?”, come nel film, la famosa scena dove Robert De Niro nei panni di Travis Bickle quando si guarda allo specchio e parla da solo, Martin Scorsese stava entrando troppo nel suo personaggio (?).
È allora che si sente Rebecca Miller chiedere: ”Avevi una pistola?” E Scorsese replicare, alzando gli occhi al cielo: “Avrei voluto prenderne una”, poi, con una risatina: “Ma non l’avrei preso”. Scorsese viene poi incalzato dalla regista e confessare: “Ero arrabbiato, stavo per minacciarli, ho detto che avrei sparato o qualcosa del genere, non ne ho idea, stavo solo minacciando”.
Rendendosi conto di quanto questa storia fantastica assomigliasse al finale di ‘Taxi Driver’ Scorsese spiega: “Quello che volevo fare, ma non con una pistola, era entrare, scoprire dove fosse la bozza, rompere i vetri e portarla via. Avrebbero distrutto il film comunque, quindi lasciate che lo distrugga io. Ma prima di distruggerlo, lo ruberò”.
Fortunatamente, Spielberg e altri riuscirono a calmare Scorsese, anche se lui stesso aveva dichiarato: “Più dicevano di no, più dicevo che l’avrei fatto”.
Con il tempo tempo, qualcuno ebbe la brillante idea che, come disse Spielberg, e “addolcì la MPAA”. Presero la sequenza finale e ne tinsero leggermente i colori. Riducendo il rosso sgargiante e rendendola, come descrisse Scorsese, “più simile a un tabloid, rendendola granulosa”, così riuscirono a mantenere il finale.
“Ha salvato il film”, ha ricordato Spielberg trionfante. “Non ha dovuto tagliare nessuna parte violenta; ha solo dovuto ridurre il colore rosso a una tonalità di marrone”. Il documentario ‘Mr. Scorsese’ vedrà la luce su AppleTV il 17 ottobre.