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Nightmare torna in tv, dopo 41 anni è ancora terrorizzante: i segreti del capolavoro di Wes Craven

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Fabio Scapellato

Freddy Krueger è probabilmente il villain più riuscito degli slasher movie e ancora oggi vederlo in azione nella sua pellicola d’esordio riesce a generare incubi non solo ai protagonisti ma anche a chi lo vede per la prima volta.

Prima che Nightmare, i film horror che erano riusciti a catalizzare l’attenzione del grande pubblico erano stati Psyco di Hitchcock e Non aprite quella porta di Tobe Hooper. In entrambi questi casi a decretare la formula di successo era il legame con eventi realmente verificatisi o che ricordavano la realtà.

Nightmare torna in tv, dopo 41 anni è ancora terrorizzante: i segreti del capolavoro di Wes Craven – cinema.it

Psyco e Non aprite quella porta sono stati ispirati dalla storia dell’assassino Ed Gein che terrorizzò il Winsconsin tra gli anni ’40 e 50′ con efferati omicidi, squartamenti e cannibalismo e atti di necrofilia. Una volta arrestato l’uomo si dimostrò affetto da una grave schizofrenia che non solo gli faceva sentire e vedere cose che non erano reali, ma che lo portavano ad avere una personalità multipla.

Halloween – uscito anch’esso prima dell’opera di Wes Craven – non era basato su degli episodi di cronaca, tuttavia sfruttava un timore molto diffuso, ossia che durane le notti potesse aggirarsi un serial killer che prendeva di mira le baby sitter, solitamente ragazze adolescenti che accettano quel lavoro per mantenersi gli studi.

La gestazione di Nightmare è stata invece più articolata, un misto di finzione, suggestioni personali e realtà. L’idea di base del regista è arrivata da un fatto di cronaca misterioso verificatosi a Los Angeles proprio in quegli anni, ma il personaggio è stato partorito come esorcismo di un demone interiore dello stesso Craven. Inoltre, il film inizialmente non doveva essere un horror, ma doveva parlare di un pedofilo.

Il segreto del successo di Nightmare

Quando Craven ha pensato al villain di questo film ha deciso di utilizzare il nome di una persona realmente esistita, ossia il compagno di classe Fred Krueger che lo aveva bullizzato per tutti gli anni del liceo. Per quanto riguarda invece il vestiario, il regista decise di fargli indossare gli abiti che portava un homeless che lo guardava dalla strada attraverso la finestra di casa e che lo aveva terrorizzato quando aveva 10 anni.

Il segreto del successo di Nightmare – cinema.it

Inizialmente Freddy doveva portare un maglione rosso e giallo come quello di Plastic Man della DC Comics, ma Craven scoprì da una ricerca che i colori di maggiore impatto erano il rosso ed il verde, quindi decise di cambiare il maglione al suo personaggio. Questo insieme di suggestioni ha permesso di rendere il nemico di Nightmare un personaggio terrorizzante.

Ad aiutarlo è il contesto in cui colpisce. Freddy tormenta gli incubi dei bambini che prende di mira e li uccide nella dimensione onirica, rendendolo un pericolo impossibile da prevenire o contrastare. L’idea venne al regista da un fatto di cronaca peculiare, tre giovani rifugiati laotiani morti a Los Angeles in quegli anni mentre dormivano e senza ragioni apparenti.

Secondo quanto emerse dalla cronaca dell’epoca, i giovani erano stati tormentati dagli incubi nei giorni precedenti alla morte, al punto da preferire l’insonnia ad addormentarsi nuovamente. Secondo le credenze della loro popolazione, questi incubi e le tragiche morti erano causate dallo spirito maligno dab tsuam che colpiva coloro che rifiutavano il ruolo di sciamano.

Quale sia stata la causa della morte, ciò che lasciò sconvolti fu che durante l’autopsia non sono state riscontrate malattie o ferite in grado di motivare quell’improvviso decesso. La storia degli Hmong era perfetta per un film e consentiva a Craven di creare un intreccio narrativo mai visto prima e capace di rimanere impresso nella memoria, non a caso 41 anni dopo rimane il miglior esponente degli slasher movie e uno dei migliori horror di sempre.

Fabio Scapellato

Sono laureato in Lingue, percorso Scienze per la comunicazione internazionale. Appassionato di giornalismo sin dal Liceo, scrivo da anni per blog, siti e testate giornalistiche e sono da diverso tempo giornalista pubblicista. Ho una passione smodata per il calcio e per gli sport in generale con preferenza per il Basket, la MotoGp, il Tennis e la Pallavolo. Amante del cinema d’autore, consumo nel tempo libero vagonate di serie tv, film, videogame e libri. Ritengo che la forma di narrazione più completa che ci sia oggi sia quella videoludica, anche se, come ogni medium giovane, deve ancora superare il preconcetto della massa.

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