Il film di Paul Thomas Anderson, ‘One Battle After Another’ sta facendo incetta di premi, ormai è chiaramente non tra i preferiti ma IL preferito per arrivare all’ambito premio Oscar
Se ci fossero ancora dubbi, gli ultimi riconoscimenti che ha ricevuto lo hanno chiarito ampiamente: “One Battle After Another” di Paul Thomas Anderson è il favorito per l’Oscar.

“One Battle After Another” ha vinto il premio come miglior film alla 35a edizione dei Gotham Awards. È stato nominato miglior film dal New York Film Critics Circle. Ha fatto incetta di premi ai National Board of Review Awards, aggiudicandosi il premio come miglior film, miglior regia per Anderson e premi per la recitazione per Leonardo DiCaprio, Benicio del Toro e l’esordiente Chase Infiniti. E ora il film ha conquistato il maggior numero di candidature ai Golden Globe: 9.
“In realtà non me l’aspettavo”, ha detto Anderson ai Gothams. “Ho iniziato a pensare di non sapere cosa stesse succedendo”. Potrebbe essere la prima e ultima volta che Anderson potrà dirlo in questa stagione dei premi, perché abbiamo la sensazione che di discorsi di ringraziamento dovrà farne ancora molti.
One Battle After Another non ci sono più dubbi: è indubbiamente lui il grande favorito
“One Battle After Another”, un racconto padre-figlia sulla resistenza politica di fronte a un’oppressione ricorrente, si è saldamente affermato come il film del momento. Con una scena iniziale che raffigura un’irruzione in un centro di detenzione per immigrati, l’opera di Anderson ha colpito critici e spettatori per la sua rilevanza contemporanea.
Eppure, il film di Anderson è, per molti versi, un’anomalia agli Oscar. È un’uscita acclamata dalla critica che ha saltato i festival cinematografici. È un film ad alto budget prodotto da uno studio è non stato un successo. Anzi, se “One Battle After Another” dovesse vincere gli Oscar del 15 marzo, potrebbe essere uno dei pochi film in perdita ad aver mai vinto il massimo riconoscimento del settore.

Non sarebbe la prima volta che capita, in passato è già successo a film indipendenti come “The Hurt Locker”, “Moonlight” e “Nomadland”, pellicole molto apprezzate ma con incassi al botteghino minimi. Hollywood si è abituata da tempo a premiare film che esistono in gran parte al di fuori del suo settore mainstream, ossessionato dai franchise.
Negli ultimi anni l’Academy è un po’ uscita fuori dai suoi standard eleggendo nei suoi preferiti film come “Parasite”, “Everything Everywhere All at Once” e, il vincitore più recente, “Anora”, pellicole che hanno scosso i canoni tradizionali.
One Battle After Another il film diverso che convince la critica ma non il pubblico
“One Battle After Another” rappresenta qualcosa di diverso. Con un budget di produzione di almeno 130 milioni di dollari (alcuni dicono molto di più) e altri 70 milioni di dollari in costi di marketing, dovrà avere una straordinaria vita dopo le proiezioni per raggiungere il pareggio. Finora, la versione Warner Bros. ha incassato 70,6 milioni di dollari negli Stati Uniti e 131,6 milioni all’estero: cifre notevoli per un film per adulti della durata di quasi tre ore.
Tuttavia, Variety aveva precedentemente stimato che “One Battle After Another” avrebbe perso 100 milioni di dollari, una cifra che la Warner Bros. ha contestato. La stagione è ancora lunga. Nessuno dei premi assegnati questa settimana ha una correlazione diretta con i voti degli Academy Awards. Alcuni contendenti, come “Marty Supreme” di A24, e ‘Hamnet’ di Focus Features, devono ancora arrivare nelle sale.

Forte sostegno anche per un altro titolo della Warner Bros., “Sinners” di Ryan Coogler, che potrebbe rappresentare il concorrente più agguerrito per “One Battle After Another”. Ma un bilancio in rosso non è certo un caso isolato quest’autunno. A parte i lanci di successo di “Zootropolis 2” e “Wicked: For Good”, ondate di aspiranti contendenti ai premi – film come “The Smashing Machine”, “Roofman” e “Christy” – hanno deluso gli acquirenti.
Il più grande svantaggio finanziario, in realtà, è che è costato molto – probabilmente troppo – realizzarlo. In un’epoca in cui così pochi film come “One Battle After Another” ottengono il via libera, figuriamoci con budget simili, il costo di “One Battle After Another” potrebbe persino essere visto come un distintivo d’onore. Ecco un film che, vincendo, perdendo o pareggiando, si batte per un tipo di cinema sotto assedio. Per citare il Bob Ferguson di DiCaprio: “Viva la rivoluzione!”





