È un vero capolavoro del cinema nato dalla mente di uno dei cineasti più importanti: eppure nessuno lo ha mai capito davvero.
Quando l’esperienza visiva e narrativa si uniscono ridefinendo lo stesso linguaggio del cinema, è possibile assistere alla nascita di un’opera d’arte totale, una vera gesamtkunstwerk della settima arte. Nella filmografia mondiale, solo alcune pellicole possono vantare il raggiungimento di tale traguardo.

Tra queste, spicca senza dubbio l’opera di un grande cineasta, tra le menti più visionarie e spartiacque mai approdate all’interno dell’industria cinematografica. Uno dei suoi lavori più noti è ormai considerato il film del secolo, in grado ancora oggi di catturare l’attenzione dello spettatore in un modo viscerale.
Vero maestro del cinema, il suo lavoro ha contribuito a ridefinire gli schemi canonici dei generi trattati, influenzando i registi delle generazioni successive e il modo stesso in cui utilizzare la poetica visiva. Questo suo film è uno dei lavori da guardare assolutamente per apprezzare la genialità della sua arte.
Il film del secolo? Nessuno l’ha mai capito davvero
Maestro delle esperienze oniriche distorte e dei non detti, David Lynch rappresenta ancora oggi uno dei nomi più importanti della cinematografia mondiale. Autore di opere di straordinaria bellezza come Eraserhead (1977), Blue Velvet (1986) e Twin Peaks, (1990), il regista ha saputo trattare il velo sottile tra sogno e realtà come nessuno mai nella storia del cinema. È il caso di Mulholland Drive (2001), considerato il film del secolo da molti critici cinematografici.

Concepito come un episodio pilota di una serie tv, il film si presenta con tutte le caratteristiche di un noir seducente, popolato da chiare allusioni al sistema hollywoodiano. Interpretato da Naomi Watts e Laura Harring, la pellicola rimane un’opera estremamente complessa, di difficile deduzione e decodificazione da parte dello spettatore ancora oggi. Il film si apre mostrando l’incidente improvviso di una donna sulla Mulholland Drive, una strada celebre di Hollywood, il quale le comporterà la perdita della propria memoria.
In seguito all’evento, la donna si introdurrà all’interno di una abitazione appartenente vuota, dove incontrerà Betty, una aspirante attrice approdata di recente a Los Angeles. Quest’ultima aiuterà la protagonista a ritrovare la sua reale identità, imbattendosi nel nome di una donna trovata morta all’interno del suo appartamento. Strutturato in tre parti, il film affronta tre fasi distinte del processo di riconoscimento: il sogno, l’illusione e la realtà. La donna capirà di aver sognato il suo stesso incidente e l’incontro con Betty, ritrovandosi all’interno della propria monotona e ossessiva realtà, la quale la porterà al delirio. Per volere di Lynch stesso, l’uso di una temporalità non lineare, rende il riconoscimento di tali fasi difficile per lo spettatore, generando una angoscia e un tormento simili a quello della protagonista.





