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Registi

Arriva il documentario su Martin Scorsese: il regista ha accettato di aprire i suoi archivi

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Marta Zelioli

Dopo una vita passata a documentare la vita altrui, finalmente il regista Martin Scorsese avrà un documentario che lo riguarda. 

Mercoledì 21 maggio Apple TV ha dato l’annuncio di un documentario su Martin Scorsese. Un ottimo motivo per mantenere, oppure fare, l’abbonamento al servizio di streaming con il logo della mela.

Arriva il documentario su Martin Scorsese: il regista ha accettato di aprire i suoi archivi (foto Ansa) – Cinema.it

Martin Scorsese è fuori da ogni dubbio il regista vivente più influente. Il cineasta ha accettato di aprire i suoi archivi per essere il soggetto di un documentario.

A dirigere le danze sarà Rebecca Miller, e ha dichiarato che “il lavoro e la vita di Scorsese sono così vasti e così avvincenti che il film si è evoluto da una a cinque parti nell’arco di cinque anni; realizzare questo documentario insieme ai miei collaboratori di lunga data è stata una delle esperienze più significative della mia vita di regista”.

Mr. Scorsese, il documentario sul grande cineasta diretto da Rebecca Miller

Dalle parole della Miller si evince che il prodotto sia già bello che pronto, anche se ancora non risulta l’annuncio di nessuna première. Il New York Film Festival, che si tiene ogni anno a fine settembre, sarebbe il luogo più ovvio per il lancio, essendo New York la casa del regista.

In caso poi non sia ben chiara la figura della regista Rebecca Miller, il cognome suggerisce prima di tutto una cosa: è la figlia del drammaturgo Arthur Miller, il fu marito di Marilyn Monroe per altro. Ed è anche la moglie del grandissimo attore Daniel Day Lewis, che vanta moltissime collaborazioni e un’amicizia di lunga data con, appunto, Martin Scorsese.

Mr. Scorsese, il documentario sul grande cineasta diretto da Rebecca Miller (foto Ansa) – Cinema.it

Naturalmente tra le persone intervistate in grado di poter parlare di Martin Scorsese, vi è senza dubbio Daniel Day Lewis, anche perché per la regista non è stato difficile reperire il suo indirizzo. Oltre a lui figurano nomi come Robert De Niro, Leonardo DiCaprio, Mick Jagger, il compianto Robbie Robertson, Sharon Stone, Jodie Foster, Cate Blanchett e Paul Schrader, oltre ad amici come Steven Spielberg e la moglie e i figli di Scorsese.

Il progetto ha l’obiettivo naturalmente di esplorare il suo lavoro, partendo dagli esperimenti studenteschi a grandi classici come “Taxi Driver”, “Quei bravi ragazzi”, “The Departed – Il bene e il male”, “Killers of the Flower Moon” e altri ancora. Approfondendo insieme a lui tematiche importanti, palesemente pluritrattate dal regista nelle sue pellicole, come il bene e il male e la natura dell’uomo.

Martin Scorsese e il suo rapporto con i documentari

I documentari non sono una novità per Scorsese, anche se di solito è lui dirigerli e non il soggetto della pellicola. Fin dai suoi esordi, ha avuto una carriera quasi parallela come documentarista. Uno dei suoi primi lavori è stato proprio come cameraman, era infatti uno dei tanti montatori di Woodstock, il concerto dei concerti.

Nel 1974, dopo l’uscita del suo film rivelazione “Mean Streets” e prima del premio Oscar “Alice non abita più qui”, puntò la telecamera sui suoi genitori, Charles e Catherine (e sulla cucina di Catherine) per l’affascinante cortometraggio Italianamerican. Quattro anni dopo, dopo il trionfo di “Taxi Driver” (che vinse la Palma d’Oro a Cannes), Scorsese realizzò “L’ultimo valzer” (The Last Waltz), il concerto d’addio dei The Band.

Martin Scorsese e il suo rapporto con i documentari (foto Ansa) – Cinema.it

Negli anni ’90, il regista realizza due documentari sulla storia del cinema. Il primo, “Un secolo di cinema – Viaggio nel cinema americano di Martin Scorsese”, uno sguardo su come la passione per il cinema abbia plasmato la visione del mondo di Scorsese, ricco di spezzoni e osservazioni straordinarie. Il documentario dura quasi quattro ore, ma dovrebbe durare il doppio.

Il lavoro successivo “Il mio viaggio in Italia” anche questo dura poco più di quattro ore ed è altrettanto bello. Altri documentari degli anni 2000 sono stati su personaggi noti. Uno su Bob Dylan. Uno su George Harrison. Un film-concerto dei Rolling Stones. Un saggio cinematografico sul regista Elia Kazan.

Marta Zelioli

Giornalista pubblicista classe '82 appassionata di cronaca nera e cinema. Ho avuto modo di crescere professionalmente come assistente dello scrittore, sceneggiatore e criminologo Donato Carrisi che ha alimentato ulteriormente la mia inclinazione sia per la nera che per il cinema. Lavoro per Web365 dal 2020.

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