Quando Shrek 2 torna in televisione (su Italia 1 la sera di sabato 27 dicembre), non è mai solo un film d’animazione da guardare distrattamente. È uno di quei titoli che, anche a distanza di anni, riesce ancora a sorprendere per la quantità di riferimenti nascosti, citazioni colte e strizzate d’occhio al cinema e alla letteratura che lo rendono molto più di un semplice sequel. DreamWorks, con questo capitolo, ha alzato ulteriormente l’asticella, trasformando la favola dell’orco verde in una vera e propria satira pop.
Il punto di partenza resta il mondo delle fiabe classiche, ribaltate e prese in giro con grande intelligenza. Shrek 2 gioca ancora una volta con personaggi che arrivano direttamente dalla tradizione letteraria europea: da Pinocchio al Gatto con gli Stivali, che qui assume un ruolo centrale. Il felino con gli stivali non è solo un omaggio alla fiaba di Charles Perrault, ma diventa una parodia dei grandi eroi cinematografici, in particolare degli spadaccini romantici e dei personaggi interpretati da Antonio Banderas nei film d’avventura.
Il film è però un vero festival di citazioni cinematografiche. La più evidente è quella a Cenerentola, soprattutto nel ballo reale e nell’ambientazione del regno di Molto Molto Lontano, che richiama volutamente l’estetica dei classici Disney, salvo poi smontarla con ironia. Ma non mancano riferimenti a La bella e la bestia, Biancaneve e persino al mondo delle soap opera e delle telenovelas, soprattutto nelle dinamiche familiari e nei drammi esagerati.
Uno degli aspetti più divertenti di Shrek 2 è la sua capacità di parlare anche agli adulti. Il personaggio della Fata Madrina, ad esempio, è una caricatura perfetta della villain disneyana, ma allo stesso tempo richiama il mondo dello show business e delle manager spietate. La sua canzone finale è un chiaro omaggio ai musical hollywoodiani e, in particolare, allo stile delle grandi dive del cinema classico.
Non mancano poi i riferimenti a film cult: il celebre momento della pozione magica e della trasformazione richiama La Bella e la Bestia, mentre alcune scene d’azione e inseguimenti sembrano citare volutamente Mission: Impossible e i film di spionaggio. Persino la scena della prigione del Gatto con gli Stivali è una parodia dei classici film carcerari.
Shrek 2 riesce così in un’impresa rara: essere un film per bambini, una commedia per adulti e una raffinata operazione di citazionismo culturale. Ogni visione permette di cogliere un dettaglio in più, un riferimento sfuggito in precedenza. Ed è proprio questa stratificazione, intelligente e mai presuntuosa, che ha reso la saga di Shrek un classico moderno, capace di attraversare le generazioni senza perdere smalto.
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