Daniel Craig e il ruolo di James Bond, l’agente segreto 007. L’attore ha indossato lo smoking per 15 anni e ora se l’è scrollato di dosso… molto volentieri si direbbe.
C’è chi, nel mondo di Hollywood, farebbe carte false per avere il ruolo i James Bond, chi invece, come Daniel Craig, non era proprio tanto entusiasta di fronte a quell’offerta di lavoro.
Non solo non ne fu entusiasta, inizialmente disse anche di no. Daniel Craig prima di vestire i panni del più noto agente segreto del mondo, era impegnato in ruoli secondari o in parti da protagonista di film indipendenti. Le voci che potesse essere lui il prossimo James Bond sono iniziate a circolare quando l’attore si trovava sul set di “Munich” nel 2005, con Steven Spielberg alla regia. Tanto che Craig racconta che durante l’ultima scena del film Spielberg, fece partire la ben nota canzone di 007.
L’attore ricorda che: “Eric [Bana] e io dovevamo correre con le pistole lungo il lato di questo muro, e [Spielberg] ha detto ‘Azione’, e poi all’improvviso c’erano questi grandi altoparlanti con il tema musicale di Bond. Quindi, voglio dire, era ovviamente nell’aria. Ma sul serio, pensavo: ‘Non può essere. È molto bello. Ma io su altre 200 persone? Ma dai!’”.
La famiglia Broccoli era molto determinata a volere Craig come prossimo James Bond. La produttrice della saga, Barbara Broccoli, è arrivata a chiedere un incontro a Craig durante il funerale di un collega. “A un certo punto Barbara è venuta da me e mi ha detto: ‘Puoi venire a prendere una tazza di tè?’. Io ho risposto: ‘Sì, certo’. Non sapendo cosa significasse. Sono andato in un ufficio della EON a Piccadilly, mi sono seduto con loro e lei mi ha praticamente offerto il lavoro”.
Craig temeva che vestire i panni dell’agente segreto, avrebbe danneggiato la sua carriera a lungo termine. Fino a quel momento aveva potuto gestire il suo percorso come attore in modo camaleontico, interpretato diversi ruoli, dai film d’azione ai thriller fino ai drammi. Aveva comprensibilmente paura di finire inglobato in un ruolo così tentacolare.
“Per questo ho rifiutato l’offerta. Voglio dire, ho detto ‘No’. Non c’era ancora un copione all’epoca, quindi, ancora una volta, la mia arroganza era incredibile, ma ho pensato: ‘Beh, finché non vedo un copione, non posso prendere una decisione'”.
Il motivo per cui poi Daniel Craig ha accettato? Una ragione assurda, non sembra nemmeno tanto credibile, in ogni modo l’attore ha raccontato che è stato a causa di una battuta in particolare, un dettaglio che i fan di Bond sanno quanto possa essere importante per l’agente segreto… il famoso Martini. L’attore in una intervista a Empire ha spiegato:
“Amavo i vecchi film, e sapevo che non sarei mai riuscito a replicare il lavoro fatto dagli altri interpreti”, spiega l’attore. “Ero tentato di rifiutare, ma poi sul copione ho visto la classica battuta “Un vodka martini, per favore”. Nello script, alla domanda “Agitato o mescolato?” da parte del barman, il mio personaggio rispondeva “Sembro uno a cui frega un c***o?”.
“È stata quella battuta a farmi accettare. Era qualcosa di mai visto prima, che si distaccava molto dal lavoro di Pierce e che esplorava un lato cinico del personaggio. Non ho resistito e ho accettato!»
E ora? Sappiamo poi com’è andata. “No Time to Die” ha un finale mai visto prima per Bond. Per l’attore era necessario chiudere completamente con quel lato della sua vita professionale che in qualche modo lo teneva legato mani e piedi ad un’idea, non lo faceva sentire libero nemmeno nella vita di tutti i giorni.
Difatti nelle ultime apparizioni, Daniel Craig ha un che di sperimentale ed eccentrico anche nel suo aspetto estetico, come se fosse rimasto trincerato nel ruolo di James Bond a 360°, anche al di fuori del set. Ora si può dire che abbia avuto una sorta di liberazione. Dopo Bond la transizione è stata passare a Benoit Blanc, l’investigatore del film “Knives Out”, e poi con un balzo incredibile arrivare a Queer.
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