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Curiosità poco note su “Il silenzio degli innocenti”

Published by
Marta Zelioli

Fatti e aneddoti poco noti sul film “Il silenzio degli innocenti”, il thriller del 1991 del regista Jonathan Demme con Anthony Hopkins e Jodie Foster

Nel corso degli anni sono emerse moltissime curiosità sul dietro le quinte del film “Il silenzio degli innocenti”. Ve ne sono alcune poco note e anche piuttosto insolite.

Curiosità poco note su “Il silenzio degli innocenti” (foto Ansa) – Cinema.it

“Il silenzio degli innocenti” il thriller diventato un cult, dall’enorme successo con un cast eccezionale composto da Jodie Foster, Anthony Hopkins e Ted Levine. Se siete amanti del film e volete conoscerne tutte le curiosità abbiamo raccolto alcuni fatti poco noti e insoliti sulla pellicola.

Il silenzio degli innocenti: curiosità incredibili sulla pellicola

L’attore Gene Hackman voleva realizzare il film e acquistò i diritti del libro di Thomas Harris del 1988, dividendo il costo di 500.000 dollari con la società di produzione Orion, e aveva in programma di dirigere, scrivere e interpretare il ruolo di Lecter. Tuttavia Ted Tally, l’uomo che avrebbe poi scritto la sceneggiatura, contattò il presidente di Orion, Mike Medavoy, il quale gli disse: “Gene pensa che scriverà lui questo, ma non preoccuparti, scoprirà quanto è difficile e ti faremo sapere”. Medavoy richiamò più tardi e disse: “Gene ha scritto 50 pagine della sceneggiatura e ha letto solo 50 pagine del libro. Quindi, se riesci a incontrarlo e a convincerlo che sei la persona giusta per questo, avrai il lavoro”.

La stessa Jodie Foster amava il libro e voleva acquistarne i diritti, ma scoprì che Hackman l’aveva già fatto. Non fu nemmeno la prima scelta per interpretare Clarice Starling perché Jonathan Demme non era entusiasta del suo accento bostoniano in “Sotto accusa” (1988), nonostante avesse vinto un Oscar per quel film.

Il silenzio degli innocenti: curiosità incredibili sulla pellicola (foto Ansa) – Cinema.it

Infatti nel film, durante il loro primo incontro, c’è un momento in cui il Dr. Lecter prende in giro l’accento del sud della Starling. La scena è stata improvvisata sul momento da Anthony Hopkins, e la Foster non se lo aspettava. Ne rimase infatti ferita, la sua reazione sullo schermo è sincera.Tuttavia, in seguito ha ringraziato Hopkins per aver provocato una reazione tanto autentica.

Una particolarità della regia di Demme è che l’inquadratura rappresenta sempre il punto di vista di Clarice, per mettere il pubblico nei suoi panni. Generalmente, i personaggi che parlano con lei sono in primo piano e al centro dell’inquadratura, rompendo la quarta parete e guardando direttamente dentro. Quando Clarice è nell’inquadratura, guarda invece fuori al di fuori.

Il regista Jonathan Demme voleva fin dall’inizio Anthony Hopkins per il ruolo di Hannibal Lecter, ma successivamente ha spiegato: “Stavo cercando di trovare un attore più commerciale per la parte perché Tony non aveva il giusto fascino da botteghino quindi mi sono rivolto a Sean Connery, che ha trovato l’argomento ‘ripugnante'”.

La scena iconica del labbro di Hopkins dopo il suo discorso sulle fave è ispirato dall’iconica interpretazione di Bela Lugosi nel film Dracula (1931). “Da bambino, raccontavo alle ragazze per strada la storia di Dracula e facevo th-th-th, e alla fine scappavano via urlando”. Invece per quanto riguarda il suo sguardo agghiacciante, Hopkins aveva un amico a Londra che sbatteva raramente le palpebre, il che “spaventava la gente” e notò caratteristiche simili nei rettili. L’attore applicò queste caratteristiche ad Hannibal: nel film Hopkins sbatte le palpebre solo in momenti specifici.

È passata alla storia tre le varie curiosità quella del tempo di permanenza di Hopkins sul set del film, che poi gli è valso un Oscar come Miglior Attore. L’attore è stato in scena infatti per soli 16 minuti. Tuttavia non fu tutto ‘rose e fiori’ per Anthony Hopkins. All’epoca l’attore aveva una relazione con l’imprenditrice Martha Stewart, ma lei lo lasciò poco dopo l’uscita del film perché, guardandolo, vedeva solo un serial killer a sangue freddo.

Buffalo Bill era la combinazione di tre diversi serial killer: Ed Gein, che era solito scuoiare le sue vittime e usarle per ricavarne paralumi; Gary Heidnik, che intrappolava le sue vittime di sesso femminile in una cantina appositamente costruita; e Ted Bundy, che indossava un finto gesso al braccio per attirare le sue vittime. I movimenti per la scena di ballo di Buffalo Bill furono completamente improvvisati sul momento da Ted Levine, che aveva bevuto qualche shot di tequila per darsi un po’ del classico coraggio liquido. La canzone che balla è “Goodbye Horses” di Q Lazzarus e fu un suggerimento di Levine, perché originariamente doveva essere “Her Strut” di Bob Seger. Levine disse che “Goodbye Horses” era “un po’ più delicata e un po’ più femminile”.

Il silenzio degli innocenti, fatti incredibili sul film (foto Ansa) – Cinema.it

Nonostante l’argomento, il regista mantenne l’atmosfera sul set allegra. Lui e la troupe inventarono un gioco da tavolo chiamato “Gumb Game”. Lo scopo del gioco era salvare Catherine (la donna rapita nel film) e c’erano delle carte che dicevano cose come “liposuzione, torna indietro di due caselle”. Brooke Smith ottenne il ruolo di Catherine Martin a condizione di ingrassare di 11 chili. Frequentava un corso di recitazione con Vincent D’Onofrio, che era ingrassato di 35 chili per la parte del soldato Pyle in Full Metal Jacket (1987), e lui le disse: “Devi chiedere ai produttori di darti una carta di credito. Devono pagarti il cibo”. Martin fece proprio così e in seguito scherzò: “Ecco perché hanno sforato il budget… a causa del mio cibo”.

Il finale del film poteva essere diverso, Ted Tally ne aveva inizialmente scritto uno più cupo, che avrebbe visto Lecter chiamare Clarice da un ufficio elegante mentre tagliava un’arancia. Dopo aver riattaccato, la telecamera avrebbe mostrato il dottor Chilton catturato. Con Lecter che si avvicinava a lui per chiedergli: “Cominciamo?”

Il silenzio degli innocenti, curiosità: il film vincitore dei grandi 5 (foto Ansa) – Cinema.it

Quasi iconico quanto i personaggi, il poster è uno dei più grandi one-sheet cinematografici degli anni ’90. Nel 2006, è stato nominato il miglior poster degli ultimi 35 anni dai Key Art Awards. C’è quello che sembra un teschio sulla falena l’ispirazione è da “In Voluptas Mors” di Salvador Dalì, un’immagine di sette donne nude intrecciate per creare l’illusione di un teschio umano. Se guardate più attentamente, vedrete che non è un teschio.

Agli Oscar del 1992, “Il silenzio degli innocenti” vinse cinque premi, i cosiddetti “Big Five”: Miglior film, Miglior regista, Miglior attore, Miglior attrice e Miglior sceneggiatura non originale. È solo il terzo film a vincere tutti e cinque i premi nella storia e, ad oggi, l’ultimo. I due film precedenti a vincere i “Big Five” erano stati ” Accadde una notte” (1934) e “Qualcuno volò sul nido del cuculo” (1975).

Marta Zelioli

Giornalista pubblicista classe '82 appassionata di cronaca nera e cinema. Ho avuto modo di crescere professionalmente come assistente dello scrittore, sceneggiatore e criminologo Donato Carrisi che ha alimentato ulteriormente la mia inclinazione sia per la nera che per il cinema. Lavoro per Web365 dal 2020.

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